sabato 28 ottobre 2017

L'applicazione del male


Almeno una volta noi tutti abbiamo usato l'app che sapete voi. Niente di strano, anzi, alcuni dei miei amici hanno trovato l'amore della vita utilizzando questa applicazione del male, ma non è così per me. Subito dopo la registrazione, mi sono impegnato molto affinché il mio profilo fosse perfetto. Per prima cosa ho obbligato la mia migliore amica a scattarmi delle foto in cui sembrassi vagamente gnocco con l'aria intellettuale, insomma un po' alla Ryan Gosling. Il risultato è stato un'immagine del profilo soddisfacente scelta sotto minaccia di morte da parte della fotografa stufa delle mie richieste, addirittura volevo una make-up artist.

 Dopo una serie di maledizioni al fato per avermi creato così inguardabile e un'accurata ricerca del miglior chirurgo su Firenze a cui affidare il rifacimento dei miei connotati, rischiando di fare la fine della Lecciso, l'attenzione si è focalizzata sulla mia biografia; un elenco di termini sofisticati ma poco pretenziosi, arguti e vagamente ironici ha portato alla creazione di un sonetto degno dei migliori post de Le Perle di Pinna. Ma il vero dramma è iniziato quando ho cominciato a chattare con essere umani che non andavano oltre le misure 90-60-90 e la fatidica domanda che ogni essere umano dotato di intelletto non vorrebbe mai sentirsi chiedere: “cosa cerchi di bello?”

 Insomma, ero veramente sconfortato, stavo quasi per rinunciare quando, all'improvviso, la svolta. Ci scriviamo per qualche giorno, sbattimenti per rispondere sempre in modo brillante, e poi, quando tutto sembrava già deciso e avevo pure preso appuntamento con Enzo Miccio per decidere i dettagli della cerimonia, la tragedia. “Che fai?” domando “Sto andando in centro con la mia dolce metà” risponde.

Adesso capite perché l'unica applicazione autorizzata sul mio telefono è Candy Crush.

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