domenica 25 maggio 2014

Che bastardi questi social network

Viviamo in un modo sempre connesso in cui tutti sanno tutto di tutti e tutti si fanno i ca**i di tutti (in senso figurato e allegorico). Viviamo con il bisogno costante ed incessante di condividere con gli altri ogni singolo aspetto della nostra vita, e non lo facciamo per egocentrismo come sostengono in molti, piuttosto perché lo fanno tutti, e allora ci accolliamo anche noi l'impegno di condividere con i propri amici l'indirizzo del ristorante cinese con menù all you can eat in cui abbiamo pranzato allegando una banale didascalia o una foto con le pietanze mangiucchiate (rigorosamente con il filtro Valencia applicato, chiaro). Il culmine viene raggiunto quando ci si fidanza, sorvolando sulla fase stalking iniziale, da quel momento parte un ciclo di condivisioni che inizia su Facebook, passa per Instagram e finisce su Twitter. Regali di Natale e derivati, la location di una cena romantica, le facce stanche (e/o buffe) mentre si è in coda in macchina, addirittura su Instagram impazza l'hashtag #aftersex grazie a cui gli utenti pubblicano selfie con le loro bellissime facce post-coito, siamo finiti al punto di dover condividere tutto. 
La mia domanda è: siamo ancora in grado di innamorarci e di amare senza l'aiuto della tecnologia? Mi vengono in mente i nostri genitori, loro si sono innamorati senza whatsapp, wechat e derivati, si sono innamorati guardandosi in faccia, senza nascondere i propri sentimenti dietro lo schermo di uno smartphone, mentre noi abbiamo davvero sostituito gli sguardi rubati, i sorrisi dolci e i baci lunghi da rimanere senza fiato con il suono di una notifica? L'altro giorno una mia amica mi raccontava del panico che l'assale quando il suo ragazzo legge i messaggi ma non risponde e in alto appare la scritta "Ultimo accesso alle ore ...", mi ha raccontato dei film mentali che partono nella sua testa e del suo sentirsi una cretina quando scopre che in realtà stava dormendo/giocando alla playstation/facendo altro e ho realizzato che lei non è la sola, anzi, io sono esattamente così, uguale, spiccicato. Mi sono venuti i brividi.  
 Il bello, però, arriva quando una relazione finisce e si è costretti a dover cancellare tutti gli account social di quella persona, quella che fino a pochi giorni fa era tutto per te. Poi capita anche che non ce la fai a cancellarli, non ci riesci proprio, e allora sei lì che controlli cosa fa, con chi, quando, perché, non per interesse, ma per capire se sta soffrendo come te, se sta ascoltando il Greatest Hits di Laura Pausini con il rischio di sfratto. 
Io, come tutti ormai, uso i social tutti i giorni, sarei ipocrita a non ammetterlo, ho addirittura aperto un blog, ma ultimamente mi sto rendendo conto che condizionano enormemente la vita, amorosa e non, sopratutto quando si attraversa un periodo così così, perché uno le ferite le deve avere, aiutano a crescere, ma sarebbe meglio potersele leccare senza rischiare di procurarsene altre. Che bastardi questi social network.

Vincenzo.

2 commenti:

  1. Quante verità in questo post, Vincenzo!

    Io sono poco "social", e mi va bene così. Anche per questo, non riuscirei a stare con un ragazzo "troppo social": diventerei troppo paranoico... infatti sono single da secoli! ahahah

    La blogosfera c'era prima di FB&co., quindi, secondo me, è un mondo a parte (ma forse ancora per poco... oggi un blog ha bisogno di una spinta social per crescere)
    Paradossalmente, a volte, è più facile, sicuro e divertente, condividere qualcosa di noi con gente sconosciuta che con persone che fanno parte della nostra vita.

    La chiusa mi piace molto..."perché uno le ferite le deve avere, aiutano a crescere, ma sarebbe meglio potersele leccare senza rischiare di procurarsene altre."
    Sono dell'idea che, quando una storia finisce, è meglio cliccare il prima possibile su Elimina/Rimuovi/Adiòs... bisogna fare come con i cerotti, uno strappo e via!

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    1. Gli estranei sono brutalmente sinceri perché disinteressati, forse per questo cerchiamo la loro opinione, perchè, a volte, le verità non si dicono per paura di far male.
      Per quanto riguarda il "cerotto" sono d'accordo con te, va tolto, ognuno ha i suoi modi e tempi, ma va tolto, assolutamente!

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