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sabato 18 luglio 2015

Il "Cuore Satellite" di Pierpaolo Mandetta, intervista al giovane scrittore campano

Dopo una lunga pausa ritorna l'angolo delle interviste bionde con un giovane scrittore nonché mio conteranneo. Ah, la mia Campania bella!

In foto: Pierpaolo Mandetta 


Pierpaolo ha 28 anni e vive nella bellissima e soleggiata Paestum. Ha frequentato la Holden di Torino e collaborato con Unico, settimanale della provincia di Salerno, e tra il 2012 e il 2014 ha pubblicato per alcune piccole edizioni. Nel gennaio 2015 avvia il progetto di racconti erotici, Aperti di Notte, che ha riscosso un grande successo sul web. È invece in pieno svolgimento la campagna promozionale di Cuore Satellite – un adorabile romanzo breve che potete acquistare sul sito ufficiale cuoresatellite.com e su tutti gli store digitali.
Spinto dalla curiosità verso il progetto e dalla promozione – geniale – sulle apps che sapete voi, ho deciso di contattarlo per fargli qualche domanda.

Come nasce Cuore Satellite?
- Ciao Biondo! Be’, Cuore Satellite nasce dal mio sogno di scrivere una commedia meridionale, lo volevo da anni, e quando i media e i social hanno cominciato a parlare di famiglia tradizionale, ho deciso che era il momento di dargli vita parlando proprio di quello.

Il protagonista del romanzo si chiama Paolo, ha 27 anni e vive nella provincia di Salerno. Possiamo considerarla una tua autobiografia sotto forma di romanzo?
- No, no. La vicinanza sta solo nel fatto che l’habitat del romanzo è la mia terra e mi ci sono solo accomodato, immedesimandomi senza problemi nel protagonista. Poi, certo, ho attinto dalla mia vita. Per esempio, alcune caricature vengono dal mio lavoro di barista, che mi permette di conoscere un sacco di gente fuori.

“Mi sono trombato così tanti uomini sposati che mi sento anche io, teneramente, parte delle famiglie tradizionali” è una delle frasi che hai utilizzato per lanciare il romanzo. Semplice provocazione o tentativo di “smascherare” l'ipocrisia di una parte della classe politica italiana e non solo?
- Chi non ha mai fatto sesso con un uomo sposato? È il cliché più antico del mondo. Lo vediamo ogni giorno. Nella provincia, poi, è come un marchio folkloristico, quasi parte delle tante tradizioni. Quegli stessi uomini che non ci accettano, con rabbia, e che di notte sono i nostri amanti.

I personaggi omosessuali dei tuoi romanzi non sono quelli che si vedono spesso sui media, infatti Paolo ritrova il suo cuore satellite grazie all'aiuto di un “orso gentile”. Secondo te la comunità gay bear non riceve l'attenzione che si merita?
- È una cosa strana. Ormai ingrassano tutti per essere orsi, i social sono intasati dal pelo, è la categoria più sexy, eppure sembra che le telecamere proprio non vogliano inquadrarli. Probabilmente perché, d’aspetto, restano i più virili, e dopo decenni per convincere la popolazione che i gay siano solo dei depravati vestiti di cuoio e senza sopracciglia, le Tv italiane non possono inquadrare un bestione in jeans e maglietta. Alle signore cattoliche esploderebbe il cervello per la confusione.

Omosessualità e omofobia. Sono sempre di più i casi di omofobia nel nostro paese, ultima in ordine di tempo l'aggressione a un giovane ragazzo di Polignano a Mare. Secondo te cosa spinge un essere umano ad odiare così tanto un suo simile?
- Mah, è un tema delicato. Le ragioni possono avere infinite radici. Lo spirito di emulazione, per esempio. Se un padre insegna al figlio a essere omofobo, quello proseguirà perché indotto a farlo fino a quando non subirà un’evoluzione, e non è detto che accada. Poi la religione, che ogni giorno plagia le menti più ignoranti e suscettibili, con questi preti che rilasciano dichiarazioni aberranti dappertutto. E, da non sottovalutare, il non accettare la propria omosessualità può creare un mostro violento e carico di odio.

Omosessualità e sud. Secondo te ci sono delle differenze nel vivere la propria sessualità in una città del Nord piuttosto che in una del Sud? Se sì, quali?
- È triste dirlo, forse passerò per qualcosa di raccapricciante come Salvini, ma il sud vive ancora di profondissima arretratezza. Ancora tantissimi ragazzi non finiscono neppure le superiori. C’è uno spaventoso ritorno di inciviltà e analfabetismo. Ci son più cellulari che diplomi, in giro. Questo per il sociale fa tanto. L’istruzione apre le porte all’umanità e alla sensibilità, e ovviamente la sua mancanza si ripercuote su aspetti anche come l’omosessualità, la cui visione è quasi medievale. Poi, ovviamente, ci son contesti che si salvano, eh. Come il mio paesello, in cui son dichiarato e non ho mai avuto alcun problema. Ma son casi isolati.

martedì 23 giugno 2015

I telefilm da recuperare durante l'estate!

Si chiama binge watching e vuole dire fare una maratona "di visione", cioè guardare cinque, sei, sette episodi di seguito di una serie televisiva. Il fenomeno è diventato attuale con l'avvento delle serie inedite di Netflix - che ad ottobre arriverà anche in Italia - ma in realtà è sempre esistito: ve la ricordata vostra nonna attaccata al televisore per scoprire il nome della nuova amante di Ridge Forrester, vero? 

L'estate è dunque la stagione perfetta per un po' di binge watching, gli esami sono finiti (certo, come no), le scuole sono chiuse e le ferie sono in arrivo, ma quali sono le serie da recuperare assolutamente nel corso di quest'estate per potersi definire un pop culture addicted?

Popular, 2 stagioni, 43 episodi 



Prima di Glee, Nip Tuck e American Horror Story, il caro vecchio Ryan Murphy aveva ideato un piccolo gioiellino seriale che però ebbe vita breve nei palinsesti americani. Popular narra la vita di un gruppo di liceali capitanati da Brooke McQueen e Sam McPherson, due ragazze agli antipodi nei gusti e nella scala di popolarità della loro scuola , che vengono costrette a coabitare quando i loro genitori single si conoscono e decidono di unire le famiglie andando a vivere tutti insieme. La serie utilizza situazioni imbarazzanti e paradossali per spiegare la vita, le amicizie e i rapporti dei liceali... o almeno quello dei liceali dei primi anni duemila! 
In Italia è andata in onda prima su RaiDue e poi in replica su All Music, ma potete recuperare tutti gli episodi prodotti a questo link
Curiosità: Del cast fa parte anche Bryce Johnson che avrete già visto in Pretty Little Liars e ha recitato come guest star in Nip Tuck, altro telefilm di Ryan Murphy, in una scena che ha fatto molto discutere i network americani 


Unbreakable Kimmy Schmidt, 1 stagione, 13 episodi. 



UKS racconta la vita di Kimmy Schmidt, componente di un culto religioso apocalittico, che si ritrova a ricominciare la sua vita dopo essere stata rinchiusa in un bunker sotterraneo per 15 anni. Ritrovatasi nella Grande Mela, Kimmy comincia ad abituarsi alla vita in superficie con il suo nuovo coinquilino, Titus Andromedon, la loro padrona di casa e una singolare datrice di lavoro. La serie è prodotta proprio da Netflix ed è stata creata da Tina Fey - che appare anche con un ruolo ricorrente. 
È sicuramente un must watch, una commedia esilarante e brillante che ironizza sulla società attuale e sulla cultura di massa. Adorerete il personaggio di supporto Titus Andromedon, fidatevi. 
Curiosità: la serie è già stata rinnovata per una seconda stagione e sarà disponibile su Netflix la prossima primavera. 


The Hills, 6 stagioni, 102 episodi. 



Se invece sentite troppo la mancanza di Uomini & Donne - in attesa della nuova stagione di Temptation Island - potete recuperare questo gioiellino del trash mandato in onda da MTV a qualsiasi ora del giorno e della notte, fino allo sfinimento. 
La serie narra la vita di Lauren Conrad, it girl di Los Angeles, e dei suoi amici, tra locali, feste e apparizioni televisive. Vi confesso che insieme a Laguna Beach - serie di cui The Hills è lo spin-off - è la mia guilty pleasure, perché talmente senza senso che non si può fare a meno di adorarlo. Tra l'altro il punto forte della serie era la veridicità delle storie narrate, puntualmente smentita dai protagonisti una volta che le riprese si sono concluse, nell'ormai lontano 2010. 
Curiosità: nel cast c'è anche Brody Jenner, figlio di Caitlyn Jenner e fratellastro di Kim Kardashian e sorelle. 
Potete recuperare tutte le sei stagioni a questo link

Queer As Folk, 5 stagioni, 83 episodi 



La serie segue la vita di cinque uomini omosessuali ed una coppia lesbica che vivono a Pittsburgh, in Pennsylvania. Protagonista assoluto è Brian Kinney - bello e dannato - e la sua storia d'amore disfunzionale con il diciassettenne Justin Taylor. La serie si è fatta notare per la descrizione franca della comunità, dai balli e al glitter, fino all'omofobia, l'AIDS, la persecuzione politica e la prostituzione minorile. Ma anche temi come la fecondazione in vitro, le unioni civili, l'adozione e il sesso sicuro rendendo le storyline credibili, veritiere e assolutamente vicine all'attualità. Io la reputo una piccola perla, assolutamente da vedere per comprendere meglio la comunità omosessuale, che è molto di più rispetto alle marchette che propinano i mass media, sopratutto quelli nostrani. E poi c'è Brian Kinney che è la perfezione. 
Curiosità: Il titolo della serie nasce da un'espressione dialettale della zona nord dell'Inghilterra "there's nought so queer as folk" che significa "non c'è nulla di così strano come la gente", dove la parola queer in inglese significa, oltre che strano, anche omosessuale.

Allora, avete preparato la poltrona comoda e i pop corn? 

Vincenzo.